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’Nessuno Siamo Perfetti’ : la vita di Tiziano Sclavi

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Nell’ estate del 2001 avevo undici anni e mi trovavo ,durante le vacanze ,in una casetta di campagna piuttosto diversa dal solito ;vi era una strada strettissima per giungervi ma il retro poteva contare un grande campo di ulivi che si distendeva sino al combaciare di altri terreni di diverse proprietà ,e fino a dove occhio poteva osservare. In quella casa la notte diveniva sempre bellissima e inquietante ,ed io rimanevo da solo fino a tardi a ritrovarmi nella mia ansiosa insonnia ,resa più amabile e terribile da un fumetto che iniziai a leggere proprio quella stessa estate .Sapevo cos’era ,tuttavia non l’avevo mai letto prima di quelle notti oscure ;un unico sentimento di empatia provavano quelle storie a fumetti per me .Circa quattordici anni dopo, mentre ero in una sala durante un festival di cinema ho guardato un film che mi ha fatto tornare le sensazioni di quell’estate ;un ritratto biografico dell’autore di quel fumetto ,raccontato in tutte le sfaccettature possibili .Avvertii una sensazione di deja-vù nei confronti della vita dell’autore ,poiché stavo ritrovando e riprovando quella paura e quelle storie a fumetti come mai prima d’ora.
Nessuno Siamo Perfetti, il film che ho visto in quella sala, è uscito il 18 Giugno 2015 prima di essere presentato in anteprima a numerosi festival. Giancarlo Soldi, regista visionario e determinato, non è nuovo al ritratto di autori fumettistici quali “Come Tex nessuno mai” dedicato al mondo di Tex e di Sergio Bonelli. In questo equilibrato racconto il regista ha portato un inedito Tiziano Sclavi – scrittore ed autore del fumetto Dylan Dog - a parlare della sua vita ed il suo lavoro in un racconto ben orchestrato, che restituisce la figura dello scrittore in tutte le fasi più importanti della sua vita.
In una Milano colma di spettri e balene Magritteiane (non a caso potrei aggiungere l’aggettivo “Golcondoiesche”) ,Nessuno Siamo Perfetti riesce infatti a creare l’atmosfera adatta che permette allo scrittore di raccontare delle proprie fobie e paure che fin da bambino hanno caratterizzato la vita di Sclavi. I ricordi e gli episodi personali della privatissima vita di Sclavi proseguono paralleli alle varie testimonianze dei colleghi ed ex-colleghi della Sergio Bonelli Editore ,in una legittimazione oggettiva dei momenti descritti dal regista.
Il film si attesta influentemente come la confessione dello scrittore nel sottoporsi ad un’ incredibile mole di lavoro durante il periodo più prolifico (arrivando a scrivere fino a quindici storie contemporaneamente) e sofferto della sua vita ,fino ad una drammatica perdita di sé. La sfida di smettere di scrivere è l’episodio più importante per Sclavi che porta lo scrittore all’isolamento totale da tutti e tutto. Soldi riesce così a rendere una più ragionevole consapevolezza ai numerosissimi fan che mai si erano capacitati della decisione di non scrivere più, lasciando una sorta di messaggio finale per il pubblico da parte dell’autore di Dylan Dog. Si percepisce quindi il tentativo di sublimare le proprie sofferenze con la scrittura in modo ossessivo e appassionato - confessando anche la propria incapacità di sottrarsi all’alcolismo – sfociati in anni di incredibili connubi artistici degli autori più amati dell’artista quali Neil Simon e Edgar Allan Poe.
Soldi cerca di analizzare lo Sclavi scrittore, nella sua più privata e nascosta natura ma giungono inevitabilmente le testimonianze relative al fenomeno Dylan Dog. Nella contemporaneità di oggi ,in cui il fumetto italiano sta assumendo una valenza culturale sempre più riconosciuta ,Soldi ricalca le origini del personaggio che l’ha rinnovato radicalmente dal 1986 ad oggi ;dalle iniziali ventimila copie vendute al mese si passò in brevi anni al mezzo milione, mentre critici e intellettuali ne lodavano le storie (come ad esempio Umberto Eco) .Dylan Dog è senz’altro il personaggio più importante di Sclavi, che viene qui presentato quasi come un mistico fratello dello stesso autore ,dal quale trascendono le più profonde repulsioni/attrazioni con il mondo dell’incubo e dell’horror. Sono due le interviste che il regista ci fornisce ,una più recente e l’altra meno ,che fanno capo ad un progetto concettualmente ideato da quindici anni .L’amicizia di Soldi diviene strumento fondamentale per la realizzazione e il racconto della vita del papà di Dylan Dog, seppur non manchino le testimonianze di personaggi culturalmente influenti quali Dario Argento ,Sergio Castellitto e il successore dello stesso Sclavi ,Roberto Recchioni.
Con una fotografia lugubre e incantevole (Luca Bigazzi) e una musica evocatrice (Ezio Bosso) ,Giancarlo Soldi riesce a creare un prezioso resoconto del personaggio Sclavi anche per i non assidui lettori di Dylan Dog ,facendo comprendere la vita ,le ragioni e le origini del grande scrittore come nessuno aveva fin’ ora mostrato .La vita stessa di Sclavi diviene ,con Nessuno Siamo Perfetti ,una descrizione unica che richiama alcuni precisi modelli – come quello dello scrittore e il suo non-mondo composto da scrittura , whisky e isolamento – in modo calzante e coeso con le testimonianze raccolte.

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